Casa Zuccala

Gli Zuccala

         Gli Zuccala erano una  famiglia della  piccola nobiltà veneziana originaria del Bergamasco che, all’inizio del Cinquecento, per cercare fortuna, si pose al seguito dell’esercito di Carlo V e giunse così in Piemonte, prendendo casa in Andezeno, nei pressi di Chieri.

    

         Probabilmente nel 1543, quando,  nelle alterne  vicende della guerra franco-imperiale, l’esercito spagnolo cannoneggiò Andezeno, in mano ai Francesi, e distrusse  la dimora degli Zuccala, questi si trasferirono a Marentino,  dove acquistarono due piccole case adiacenti che, tra il Seicento ed il Settecento,  con una successiva serie di interventi, dovuti soprattutto a Giorgio Zuccala (1680-1764), prima unirono in un solo edificio, quindi lo ampliarono e ammodernarono.

 

         Per due secoli, sino alla rivoluzione francese, i capifamiglia degli Zuccala svolsero l’attività di notai ed ebbero modo di acquisire diverse proprietà terriere e cascine nel territorio. Tra  la fine del Settecento e  gli inizi dell’Ottocento, grazie ad alcuni legami matrimoniali, abbandonarono, poi, la professione notarile per dedicarsi alla finanza, divenendo banchieri in Torino. Da quegli anni la famiglia si trasferì dalla campagna alla capitale e solo come residenza estiva mantennero la casa marentinese.

         Gli ultimi interventi sull’edificio si ebbero ad opera di Ignazio Zuccala (1835 ca.-1898) il quale, tra l’altro, fece installare un impianto di riscaldamento ad aria, coinvolgendo la ditta Buscaglione di Castellamonte dalla quale acquistò,  oltre a numerose stufe, anche una copiosa serie di vasi e arredi in terracotta e si fece modellare l’aquila che, da quegli anni, divenne il simbolo della casa.
         In mancanza di figli maschi, alla morte di Ignazio, la proprietà passò alla figlia Delfina, alla scomparsa della quale, nel 1935, si perse il nome della famiglia.

         Casa Zuccala fu ereditata, quindi, da Casimiro Biey, figlio di Elisabetta Zuccala, sorella di Ignazio, e, alla  morte di questi, avvenuta nel 1959, fu ceduta per lascito testamentario al Cottolengo di Torino il quale, quasi immediatamente, la vendette all’asta alla famiglia Bertello, che la utilizzò, per più di trent’anni, come occasionale dimora di campagna.

         Nel 1993, infine, la casa, ormai abbandonata e in grave stato di degrado, fu acquistata dalla famiglia Vanetti che diede il via, con la consulenza della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del  Piemonte, al progetto di recupero per restituire l’edificio all’antica bellezza e destinarlo a fini museali. 

 

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          Lo stemma della famiglia Zuccala fu disegnato da Chiarina Zuccala all’inizio del Novecento, che si ispirò ad un quadro ovale della metà dell’Ottocento in cui veniva ripreso il blasone di famiglia, di cui si ha un’unica precedente testimonianza documentale nel 1753, attestante il titolo di nobiltà degli Zuccala quali appartenenti all’aristocrazia veneta cinquecentesca.

          La tardiva dichiarazione di nobiltà, da parte degli Zuccala, che dal Cinquecento, quando giunsero in Piemonte, si manifestano tali solo dopo l’unità d’Italia, deriva certamente da motivi di opportunismo legati alla loro presenza con  funzioni pubbliche, nel ducato sabaudo, storicamente avverso alla repubblica di Venezia.
          Questo desiderio di “ritorno alle origini” motiva anche la presenza dell’aquila imperiale che Ignazio Zuccala volle porre sul tetto della casa nel secondo Ottocento.